Poggio Moiano
Sono molto incerte le origini del primo centro abitato di Poggio Moiano; l’ipotesi più plausibile risulta essere quella che sostiene la formazione di un primo nucleo in seguito ad un baraccamento di boscaioli che rifornivano Roma di carbone. La denominazione “Poggio Moiano” compare per la prima volta in due documenti del 1083 da cui risulta che il conte Teudino concede a Farfa alcuni beni ricevendone in cambio degli altri tra cui Poggio Moiano. Però attraverso alcuni documenti della biblioteca dell’Abbazia di Farfa databili il 773 è possibile risalire al territorio sul quale il paese sorgerà, denominato in vari modi: Modiano, Medianula, Loco Moiano, Mianula, Gualdo Moiano.
Nel 1098 Donadeo di Bonomo, vassallo dei Crescenzi, è protagonista di una controversia con l’abate Berardo che rivendica alcuni fondi tra cui “Podio de Moiano”. Tali possedimenti furono confermati come feudo dall’imperatore Enrico IV nel 1084 accresciuti poi nel 1118 con diploma di Enrico V mediante l’aggiunta della chiesa di Santa Margherita. Nel 1262 in una bolla di papa Urbano IV, Poggio Moiano viene indicato per la prima volta con l’appellativo di “castrum”; è ancora attribuito all’Abbazia di Farfa, anzi nel 1334 i Mareri dovettero fare atto di ammenda per averlo occupato e papa Giovanni XXII condonò la loro pena. Nel frattempo era divenuto anche comune; nel 1344, per la prima volta, compare nei documenti pubblici il nome di un Sindaco: Pardano fu Lello nativo di Cerdomare.
Nei primi anni del 1400 se ne impadronì Giovanni Battista Savelli che lo trattenne in suo podere nonostante l’ordine di restituirlo a Farfa. Ma nel 1462 papa Pio II confiscò a Giacomo Savelli tutti i possedimenti tranne i castelli di Aspra e Palombara, compreso Poggio Moiano, perché il Savelli nella guerra che allora si combatteva tra i D’Angiò e gli Aragonesi per il possesso del Regno di Napoli, si era schierato apertamente con i D’Angiò contro gli Aragonesi sostenuti invece dalla Santa Sede. I beni confiscati furono poi messi in vendita dalla camera apostolica e acquistati da mons. Giorgio Cesarini in società con Marcello Rustici e i fratelli Lelio, Filippo e Giacomo Della Valle.
I Savelli lo riscattarono nel 1468 ma fu di nuovo loro confiscato da Alessandro VI e dato a Giulio Orsini il 16.10.1555; avendolo di nuovo recuperato dopo la morte del Papa, i Savelli cercarono di ripararne i guasti e le rovine dalle guerre e dagli errori del passato, come risulta da un atto di donazione di Bernardino Savelli a favore della moglie Lucrezia Anguillara. Ma infine oberata dai debiti la famiglia Savelli si vide costretta a rinunciare ad alcuni castelli tra cui anche Poggio Moiano che venne ceduto nel 1633 al principe Marcantonio Borghese, nipote di Paolo V, con vendita approvata da Urbano VIII il 21.2.1636.
Da allora il castello di Poggio Moiano fu governato dai Ciccalotti, famiglia vassalla dei Borghese. Nel 1717 i Borghese lo diedero in affitto alla famiglia Sassi nella persona di un tale Fabiano Sassi che lo tenne fino all’acquisto da parte dei Torlonia. Dopo pochi anni finirono i feudi.
Nel 1861 il Comune di Poggio Moiano passò dallo Stato Pontificio al Regno d’Italia e fu aggregato alla provincia dell’Umbria nel circondario di Rieti, poi divenuta provincia di Perugia (fig. 1), di cui già faceva parte anche sotto lo Stato Pontificio a partire dal 1851. Da questo momento in poi la storia di Poggio Moiano sarà legata indissolubilmente ai tentativi di istituzione della provincia di Rieti concretizzatisi nel 1927.
Ultimo aggiornamento
29 Aprile 2021, 15:35